NEVICA SULLA MIA MANO


NEVICA SULLA MIA MANO
Spettacolo di parole musica ed immagini
 

Con Peppe Servillo,

Un progetto di Mario Tronco

Fumetti e animazione Igort

Una coproduzione Mismaonda, Teatro Carcano, Centro la soffitta (Dipartimento delle Arti, Università di Bologna)

 
"Nella genesi di una canzone, il compositore vive il rapporto con l’autore del testo in modo spesso insidioso, a volte addirittura tumultuoso.
Così deve essere stato anche tra Lucio Dalla e Roberto Roversi. Leggendo il loro carteggio, tra l’altro estremamente divertente, appare evidente una battaglia tra l’esigenza del poeta di significare le parole e quella del musicista di cantarle travalicandone il senso, per il semplice gusto della nota. Il giorno aveva cinque teste, Anidride Solforosa, Automobili sono a mio avviso uno degli esempi più alti di poesia sonora del Novecento in cui l’eterno dilemma della parola al servizio della musica - e viceversa - viene risolto in modo astuto, brillante e mai conflittuale. Due sono i motivi per cui ho deciso di mettere le mani su questi capolavori. Il primo è sentimentale ed è dovuto al mio fraterno rapporto con Peppe Servillo. Ci siamo trovati spesso, molto più modestamente, a combattere la stessa battaglia di Dalla e Roversi. Insieme abbiamo scritto tanta musica e parole e più volte abbiamo percorso la strada indicata da quella che comunemente viene chiamata la TRILOGIA di Dalla- Roversi, raggiungendo così luoghi bellissimi dell’anima. Quella tra i due artisti bolognesi è una grande storia di amicizia, ambientata nella Bologna degli anni 70, fatta di dichiarazioni di amore e di violenti litigi (non si sono parlati per vent’anni) e noi la racconteremo attraverso le loro lettere. Il secondo motivo è di natura politica. Il protagonista dell’opera è l’Uomo. L’Uomo chiuso in un recinto, in una specie di ingranaggio fuori dal controllo. La tecnologia, lo strapotere dell’economia, l’inquinamento e gli eccessi del potere sono gli obiettivi verso i quali la denuncia di Dalla e Roversi si rivolge con veemenza, soprattutto lì dove i due artisti intravedono oramai compromesse la natura dell’uomo e la sua predisposizione a relazionarsi con gli altri. Ma, come recita Ulisse coperto di sale, “non si consuma la vita”, c’è sempre una ragione per ricominciare. E dopo tutto quello che stiamo vivendo, saremo pronti per affrontare, ancora una volta, il principio del giorno? E poi c’è il mio grande amore per i libri di Igort, altro illustre bolognese, anche se di adozione. Sapevo del suo amore sfrenato per questo repertorio e gli ho chiesto di darci una mano a raccontare, con la sua poetica, le storie cantate in questi dischi, avendo la consapevolezza che alla fine ci saremmo ritrovati a raccontare di un periodo decisivo della storia del Paese. Per questo progetto mi servirò di una formazione musicale che ha sia l’anima autoriale degli Avion Travel sia l’approccio progressive dell’OPV; ci saranno, quindi, musicisti che appartengono alle due mie famiglie: una formazione inedita, gli “Anidride Solforosa”."
Mario Tronco
 
 
“Per partenogenesi, per osmosi, tirandomi da lontano delle freccine con la cerbottana, Roversi mi ha fatto capire cose che non avrei mai capito nè a scuola nè da solo nè andando tre volte sul monte Sinai.” Lucio Dalla
Per partenogenesi appunto, come diceva Lucio Dalla, continuiamo a coltivare una idea di canzone che proviene da lui, dalla esperienza con Roversi, l’idea di mettere in scena con le note una vicenda, precisandola poi con parole poetiche che ne contengono altre con altri significati. Riproponendo il repertorio di Dalla noi inseguiamo l’emotività di cui egli parla, oggi spesso dispersa e rara per tutti, una emotività che è compassione ovvero vivere assieme, con la ripetizione di un inciso, di nuovo la stessa emozione che è passione condivisa. Nell’ amore come nel ricordo ricerchiamo una prima volta, e questo piccolo oggetto misterioso della cultura popolare, che è la canzone, pratica questo gioco con felicità, invenzione, e quasi sempre riesce, pur nella ripetizione, a sembrare una cosa nuova, una prima volta."
 
Peppe Servillo
 
"Dalla e Roversi, Roversi e Dalla, questi due nomi fanno parte della mia formazione, del mio piccolo bagaglio di passioni e amori. La loro collaborazione è stata un esempio di quanto si possa lavorare su contaminazioni reciproche con profitto e talento ed è sempre stata un faro, una luce luminosa che indicava che lavorare mantenendo integro un certo rigore era, in fin dei conti, possibile. La mia Bologna, turbolenta, a tratti cruda, ma anche letteraria e colta, era la stessa città del poeta eremita Roberto Roversi, ex partigiano e libraio. Lo seguivo, Roversi, attraverso contatti comuni, amicizie trasversali. E nutriva perfino me, che di quella città ero un pacifico invasore. Fece effetto, in quegli anni, una collaborazione inedita e sorprendente che portò il poeta a scrivere i testi per le musiche
di un cantante di enorme talento e dal successo emergente: Lucio Dalla. Quando si incontrarono, i due si studiarono attentamente. Non ci poteva essere nulla di più distante, Roversi non possedeva neppure un mangianastri. Ma si piacquero e provarono a collaborare. A noi non restava che godere di queste musiche stridenti e moderne, in cui Dalla dava pieno sfogo a una fantasia infuocata. Erano arrangiamenti dissonanti a tratti, che vestivano liriche epiche di un’Italia povera, meravigliosamente umile e sognatrice. Automobili fu un affresco che attraverso la storia industriale dell’auto raccontava la Storia del paese tutto. C’era dolore, speranza, fatica e vittoria."
 
IGORT

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